La Pista Stelvio, il "Teatro alla Scala" dei Giochi Olimpici Invernali

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Stelvio
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Caratteristiche, segreti e curiosità dell'iconica pista amata dai grandi campioni e che è pronta a ospitare l'eccezionale spettacolo delle prove di sci alpino di Milano Cortina 2026.

La leggenda della pista Stelvio si alimenta dal 1982: oltre 40 anni di storia, imprese memorabili, sfide epocali e tanti appuntamenti Olimpici Mondiali hanno contribuito a rendere unico il fascino di un’icona della Coppa del Mondo di sci alpino protagonista anche ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, quando ospiterà le gare di velocità maschili.

Dalle origini alla magia del Natale.

Un anno indimenticabile: è il 1985, campionati mondiali di sci alpino. È in funzione di questo evento che, nei primi anni ’80, a Bormio cominciano i lavori per la realizzazione della Stelvio, diventata presenza fissa nel calendario della Coppa del Mondo.

Le gare sono solitamente in programma tra Natale e Capodanno, nel 1995 e nel 2008 ha però ospitato le finali stagionali.

Le curve degli Ermellini: ci sono anche Tina e Milo in pista?

Lo Stelvio con 3.250 metri di lunghezza ed un dislivello di 1.010 metri è ricco di passaggi caratteristici. Il Salto della Rocca (lungo oltre 30 metri), il canalino Sartorelli, la diagonale della Carcentina, il pianoro dei prati del Ciuk, il muro di San Pietro e le curve degli Ermellini. Vi ricordano qualcosa? Proprio così: gli ermellini Tina e Milo, le due dolcissime Mascotte dei Giochi di Milano Cortina 2026. No, il nome non è merito loro: questo tratto che porta alla diagonale più impegnativa del tracciato si chiama così già da tempo, ma… coincidenze?

Il nostro Dominik nella leggenda

Negli anni, i più grandi interpreti delle discipline veloci hanno conquistato un posto di rilievo nell’olimpo della Stelvio. Tra tutti, il nostro Dominik Paris, l’atleta capace di legare il proprio nome alla pista più di chiunque altro: sette vittorie totali, di cui sei in discesa e una in supergigante. 

Gli ori dello Stelvio: dai capolavori di Albertone all’immenso sorriso di Deborah

Nell’albo d’oro dei vincitori più importanti c’è posto anche per Hermann Maier, Luc Alphand, Bode Miller, Marco Odermatt, Fritz Strobl, Michael Walchofer, Aksel Lund Svindal e Matthias Mayer. Come non citare, inoltre, i capolavori di Alberto Tomba tra i pali stretti. Quelli di Benjamin Raich e Ted Ligety. Il sorriso immenso di una raggiante 
Deborah Compagnoni, la classe cristallina di Vreni Schneider e Renate Gotschl, le urla di gioia di Katja Seizinger, Janica Kostelic e Mikaela Shiffrin.

La sintesi perfetta: è come entrare alla Scala

Cosa rappresenta la Stelvio per gli appassionati della neve, del resto, lo ha sintetizzato magnificamente Gian Franco Kasper, ex dirigente CIO e presidente FIS: fu il primo a definire la pista “il Teatro alla Scala degli sport invernali”. Solo perché dista a un tiro di schioppo da Milano? Proprio no: è la storia di oltre quattro decenni a rendere merito alla grandezza di una pista unica al mondo che profuma di leggenda.

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