6 Giu 2024

Salto con gli sci: i personaggi che hanno fatto la storia Olimpica

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PYEONGCHANG-GUN, COREA DEL SUD - 12 FEBBRAIO: la francese Lucile Morat esegue un salto di prova durante la finale di salto con gli sci individuale femminile in Normal Hill nella terza giornata dei Giochi olimpici invernali di PyeongChang 2018 all'Alpensia Ski Jumping Centre il 12 febbraio 2018 a Pyeongchang-gun, Corea del Sud. (Foto di Lars Baron/Getty Images)
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Storie e racconti di una delle discipline più affascinanti dei Giochi Olimpici Invernali

Affascinante, adrenalinico, unico: in breve, è il salto con gli sci. Uno sport spettacolare, reso ancora più unico dalle migliaia di appassionati che incitano e incoraggiano gli atleti Olimpici, pronti ad affrontare sfide sempre più emozionanti salto dopo salto.

Lo sfondo dei Cinque Cerchi Olimpici rende solo più speciale ed iconica la disciplina nella festa degli sport invernali, indipendentemente dall’edizione di gara. La competizione ha regalato alcuni momenti Olimpici indelebili nel corso degli anni, da Eddie "The Eagle" (GBR) che si librava nell'aria a Calgary '88 a Robert Johansson (NOR) con i suoi 'baffi volanti', passando alla più recente doppietta d’oro della slovena Ursa Bogataj a Beijing 2022. Di seguito, solo alcuni dei personaggi più interessanti della storia dei Giochi Olimpici.

 

Carina Vogt, la prima medaglia d’oro Olimpica femminile

Il salto con gli sci femminile è diventato disciplina Olimpica a Sochi, nel 2014. A scrivere una pietra miliare nella storia della disciplina, vincendo la prima medaglia d’oro, è stata la tedesca Carina Vogt. La gara inaugurale si svolse sul trampolino HS106 di Rosa Khutor (RUS), l’11 febbraio 2014, e Vogt non perse l’occasione di saltare la misura di 103 metri per portarsi subito in testa a metà gara.

Tenendo i nervi saldi nel secondo round, la tedesca riuscì a saltare 97.5 metri, chiudendo la gara al primo posto con 247.4 punti, sufficienti per guadagnare una medaglia d’oro tutt’altro che scontata, Vogt, infatti, si mise alle spalle la veterana austriaca Daniela Iraschko-Stolz e la francese Coline Mattel, con la favoritissima (alla vigilia) giapponese Sara Takanashi al quarto posto. Le lacrime finali di Carina ben descrivono tutto l’entusiasmo del momento.

 

Eddie “The Eagle”, elogio alla tenacia

Michael Edwards – anche detto Eddie “The Eagle” - fu una delle stelle dei Giochi Olimpici di Calgary 1988. Il suo sogno Olimpico catturò tutti gli spettatori in giro per il mondo, visto che si trattava del primo saltatore britannico alle Olimpiadi dal 1928.

Finì all’ultimo posto sia nella prova dal trampolino normale che da quello grande, ma il suo carattere e la sua tenacia lo fecero balzare al centro della scena molto più che se avesse ottenuto una medaglia. I suoi spessi occhiali da vista, sempre sotto la maschera durante la gara, furono iconici durante tutta la durata delle Olimpiadi. 

La sua spavalderia e l’ottimismo nel cogliere il rischio, portarono il sorriso sulla bocca degli spettatori. “In queste Olimpiadi alcuni hanno vinto medaglie, altri hanno infranto dei record e qualcuno di voi ha anche volato come un‘aquila” – l’omaggio che Franz King, Presidente del Comitato Organizzatore, rese a Edwards nel corso della cerimonia di chiusura.

 

Matti Nykänen, il finlandese volante

Il termine predestinato non è certamente sprecato per parlare di Matti Nykänen e del suo rapporto con le Olimpiadi. Il finlandese, infatti, è il recordman di medaglie conseguite nel salto con gli sci ai Giochi Olimpici. 

Il suo debutto ai Giochi di Sarajevo 1984 fu sfavillante: mise assieme due salti quasi perfetti, conquistando la vittoria sul trampolino grande con un distacco di 17.5 punti, tutt’ora il successo Olimpico con il distacco più largo nella storia. Per non bastare, si assicurò anche l’argento dal trampolino normale.

Nell’edizione Olimpica successiva fece ancora meglio. Il saltatore nordico vinse con 17 punti di margine sul secondo l’oro nel trampolino normale, con 16.5 dal trampolino grande e trascinò la sua nazione al primo posto nel primo team event della storia alle Olimpiadi. Un risultato incredibile, che permise a Matti di diventare il primo pluri-vincitore di una medaglia d’oro nei Giochi Olimpici Invernali.

 

23 febbraio 1988: il finlandese Matti Nykanen tiene alto il cielo dopo la gara di salto con gli sci da 90 metri ai Giochi olimpici invernali del 1988 a Calgary, in Canada. Nykanen vinse la medaglia d'oro con un salto di 224 metri. \ Credito obbligatorio: Allsport UK /Allsport

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Quattro decenni al top per Noriaki Kasai

Una vera e propria leggenda degli sport invernali giapponesi. Solo così si può raccontare la storia di Noriaki Kasai, nato a Shimokawa nel 1972, recordman di longevità alle Olimpiadi Invernali con ben otto partecipazioni.

Nonostante lo scettro del salto nipponico sia saldamente nelle mani di Ryoyu Kobayashi, campione Olimpico dal trampolino normale a Beijing 2022, Kasai gode ancora di grande popolarità nel paese del sol levante. Kasai debuttò in Coppa del Mondo nella stagione 1988-89, raggiungendo la prima qualificazione Olimpica ad Albertville 1992 e la prima medaglia – un argento nella prova a squadre -, a Lillehammer 1994. 

Ma è nell’edizione di Sochi 2014 in cui Kasai stupì il mondo intero, fermando il tempo e riavvolgendo il nastro per issarsi sul secondo gradino del podio. In Russia, nella competizione dal trampolino grande, Noriaki riuscì a far segnare il secondo punteggio alle spalle del polacco Stoch alla fine della prima serie di salti, confermandosi nella seconda per diventare uno dei medagliati più anziani della storia dei Giochi Invernali all’età di 41 anni. Non contento, aiutò anche la sua squadra a cogliere il bronzo nella prova a squadre solo pochi giorni dopo. A PyeongChang 2018 l’ultima apparizione alle Olimpiadi, per assicurarsi il record assoluto di presenze superando Albert Demchenko (EUN/RUS).

 

WHISTLER, BC - 20 FEBBRAIO: il giapponese Noriaki Kasai sale sulla Large Hill durante il nono giorno delle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 allo Ski Jumping Stadium il 20 febbraio 2010 a Whistler, Canada. (Foto di Al Bello/Getty Images)

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